Palazzo comunale

L’edificio, che oggi è residenza municipale, nasce nel sec.XVI come Convento dei padri Carmelitani.

Ampliato e più volte rinnovato nel tempo, diventa sede del Comune nel 1804, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi in epoca napoleonica. Della struttura originale restano conservati il porticato interno del chiostro, lo scalone, i corridoi superiori e il refettorio, trasformato in Sala del Consiglio.

All’esterno il portico, in contenuto stile neobarocco, fu aperto nel 1925 (come recita la scritta sul fregio) e vi fu trasferito, sull’ingresso principale, il settecentesco portale scolpito in arenaria che prima ornava la facciata verso la chiesa. In corrispondenza di ogni colonna è posta una targa in pietra recante il nome di tutte le frazioni del Comune di Medicina, mentre sulla parete sotto il portico, così come su quella del chiostro, sono collocate le memorie dei caduti di tutte le guerre, dei personaggi illustri di Medicina (la dedica ad Alfonso Rangoni – dentro il portone – è del Carducci) e il ricordo del passaggio da Medicina di Garibaldi. Sul lato est si può notare come il muro esterno del chiostro sia costituito da un tratto (tra i pochi conservati) delle antiche mura di cinta del castello e si vede ancora in alto verso mezzogiorno il Tempietto “rustico” chiamato “Monte Carmelo”, luogo di ritiro e di meditazione (ma anche “belvedere”) dei carmelitani.

All’interno gli ambienti conservano diverse opere di interesse storico e artistico: mobili d’ufficio sei-settecenteschi, ritratti di uomini illustri e di benefattori ed alcune pregevoli pitture tra le quali sono da segnalare una crocifissione, copia sei-settecentesca da Guido Reni (nell’ufficio del sindaco) e, di particolare interesse nella Sala Consiliare, la grande tela di G.B. Gennari (1608) dove sono raffigurati, in alto, i santi patroni della Comunità e, in basso, l’imperatore Federico Barbarossa nell’atto di dettare i privilegi accordati al Comune di Medicina nel 1155, quando egli – con diploma – ne determinò i confini.

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La ristrutturazione del Palazzo Comunale: il progetto e i lavori 2014/2018

L’intervento ha mirato a consolidare le strutture più deboli e a conservare l’integrità storica delle strutture e dell’aspetto architettonico del complesso, rendendo il Municipio più sicuro di oltre il 60% rispetto alla situazione precedente.

Le scelte sono state condivise con la Soprintendenza ai Beni Artistici di Bologna e la Regione Emilia Romagna. Il progetto si è sviluppato consolidando e rafforzando i punti deboli del fabbricato, agendo per piani.

I lavori principali, realizzati attraverso finanziamenti per circa 1 milione e 300 mila euro, hanno riguardato il rinforzo delle fondamenta, delle colonne e dei pilastri, l’inserimento di catene per legare le pareti, il rinforzo ed il miglioramento della tessitura muraria e l’alleggerimento delle volte del tetto.

Nel corso dei lavori di consolidamento strutturale significativo è stato il ritrovamento di importanti reperti archeologici costituiti dalla evidenziazione delle fondamenta delle mura storiche del borgo medioevale e del ritrovamento di un antico pozzo inattivo. Altro importante ritrovamento è la cisterna venuta alla luce nell’ambiente interrato a confine con Via Pillio: si tratta di un manufatto caratterizzato da uno sviluppo geometrico ad arco di circonferenza che si “adagia” all’adiacente pozzo attivo, cosi da far pensare ad un manufatto che servisse per decantare le acque estratte dal pozzo prima di impiegarle ad usi più nobili, come acqua da bere e da cucinare o come ghiacciaia per la conservazione delle derrate deperibili.

Si è anche potuta verificare l’esistenza nell’interrato di collegamenti, chiusi da tempo per vari motivi tra i quali crolli e per i vari interventi succedutisi nei secoli, che conducono nelle direzioni dei complessi edilizi adiacenti (Chiesa del Carmine, Chiesa del Crocifisso, passaggi nella direzione sotto il Chiostro e nella parte posta a nord sotto via Libertà).