Comincia la campagna “Io c’ero. Foto e racconti sul Carmine”, per raccogliere racconti e foto, ripercorrendo la storia dell’edificio strettamente legata alla vita di intere generazioni.

Questa è la prima azione del percorso partecipato previsto per il recupero dell’ex chiesa del Carmine in partenza a settembre.

Il percorso, co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, che doveva partire nel marzo scorso, è stato interrotto bruscamente dall’emergenza Covid -19.

Perché un percorso partecipato
La partecipazione è per il Comune di Medicina un valore fondante e uno strumento essenziale, attraverso il quale i cittadini prendono parte al discorso politico, affiancando l’Amministrazione nella costruzione di un percorso comune di sviluppo e rigenerazione per la città.

Da diversi anni ormai, i medicinesi sperimentano nuove modalità di partecipazione a decisioni che riguardano la comunità, seguendo i diversi percorsi con dedizione e continuando a proporre all’Amministrazione nuovi terreni di potenziale applicazione di queste pratiche.

Il primo passo che ha regolamentato azioni di partecipazione diretta è il documento “Medicina Bene Comune”, del 2014. Al suo interno, è nato ad esempio progetto Arcobaleno. Sono poi seguiti il percorso partecipativo “Partiamo dal Futuro” per il Piano Strategico Locale di Medicina nel 2016, il percorso per la riqualificazione di piazza Bersani a Villafontana nel 2017 e il percorso partecipativo “Borgo Paglia in Comune” e il laboratorio “HUB ex-stazione” per giovani e imprese nel 2018, all’interno della strategia di rigenerazione urbana “Lungo il canale di Medicina” e – infine – il tavolo per il Parco dello Sport nel 2019.

In questo percorso rientra il progetto che ha come fine il recupero della Chiesa fortemente danneggiata dagli eventi sismici del 2012. L’opera di ripristino della sagrestia ha dato avvio ai lavori: l’intervento è realizzato sotto la supervisione della Soprintendenza dei Beni Culturali dell’Emilia-Romagna da una ditta specializzata in cantieri di restauro architettonico.

Questi primi lavori interessano il rifacimento della pavimentazione, il consolidamento di parti murario, il ripristino degli intonaci e la realizzazioni degli impianti.

L’opera della sagrestia costerà un totale di 150 mila euro, di questi 70 mila messi a disposizione della Fondazione Carisbo, 60 mila dal Comune e 20 mila dalle Associazioni I Portici, Pro Loco e Quadrivium.

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