Il medicinese Giuseppe Biagi, radiotelegrafista della Marina Militare, entrò nella storia nel 1928 quando, grazie alla sua straordinaria perizia tecnica, contribuì in modo decisivo a salvare i superstiti della spedizione polare del dirigibile Italia guidata da Umberto Nobile.
Con un apparecchio minuscolo ma potentissimo, Biagi stabilì il primato mondiale della trasmissione radiotelegrafica dal Polo Nord, dimostrando al mondo intero – attraverso giornali, radio e cinegiornali dell’epoca – l’incredibile efficacia delle onde corte, allora una tecnologia d’avanguardia.
Durante il drammatico incidente che colpì la spedizione, in un’epoca in cui satelliti e sistemi di geolocalizzazione erano ancora fantascienza, Biagi rimase l’unico filo sottile tra i naufraghi dispersi sul pack artico e i soccorritori. Una voce di speranza nel silenzio gelido del Polo, che rese possibile un’operazione di salvataggio entrata negli annali della storia.
Presentano
Enrico Caprara, assessore alla cultura Comune di Medicina
Giuliana Panieri, direttrice dell’Istituto di Scienze Polari(CNR–ISP)
Intervengono
Tiziana e Michele Calabrese, autori del libro La radio “Biagina”. Tra ghiaccio e eroismo
Mauro Mazzola, ricercatore CNR-ISP e responsabile Stazione Artica Dirigibile Italia
Daria Guidetti, INAF Istituto di Radioastronomia