Il contributo, che i beneficiari possono richiedere su base volontaria, è ottenuto moltiplicando la superficie totale dell'immobile (attestata dalla perizia del professionista incaricato) per il costo parametrico, articolato per classi di superficie, oltre l’Iva. Il costo parametrico per il 2025 è di 2.200 euro al metro quadro fino a 200 metri quadri di superficie complessiva; 1.900 euro al metro quadro per la parte eccedente da 200,01 metri quadri a 350 metri quadri di superficie complessiva; 1700 euro al metro quadro oltre i 350,01 metri quadri di superficie complessiva. Ai valori parametrici indicati è aggiunto l’importo forfetario di 150 euro al metro quadro per spese notarili e per la ricostruzione in un altro sito.
Come sottolineato dal Commissario, sono previsti due percorsi distinti: uno dedicato a chi richiede il contributo per l’acquisto di una nuova area e le attività correlate, e un altro per chi sceglie l’acquisto di un immobile già pronto e a uso residenziale. È previsto un passaggio preliminare con una commissione tecnica straordinaria che esaminerà i requisiti e valuterà la concreta impossibilità a mantenere l’immobile nel sito in cui si trova. La commissione esprimerà un parere che diventerà vincolante per la successiva domanda di contributo. Si possono richiedere fondi fino al 100% delle spese sostenute e comunque fino al raggiungimento del tetto massimo dell’importo stabilito dall’ordinanza, nei limiti delle risorse disponibili.
La stessa ordinanza stabilisce anche contributi per i danni ai beni mobili presenti all’interno dell’immobile da delocalizzare, fino a un importo massimo complessivo di 6.000 euro per abitazione. Il contributo per la delocalizzazione può essere riconosciuto anche per interventi di ristrutturazione di un immobile esistente già nella disponibilità di chi fa richiesta.
Per presentare domanda deve essere certificata l’impossibilità di ricostruire l’immobile dove era in origine e specificata la condizione di grave danneggiamento. Ciò accade in tutti i casi in cui sia stato adottato dal Comune un provvedimento di inagibilità, sgombero, evacuazione o demolizione, senza la possibilità di ricostruire. Il Comune, nell’ambito delle attività istruttorie di propria competenza, richiede alla commissione tecnica straordinaria la verifica prevista. Acquisito il parere favorevole della verifica della commissione, il soggetto beneficiario procede alla presentazione dell’istanza di contributo, corredata dalla documentazione.