Chiesa dell’Assunta

Progettata dal Torreggiani intorno al 1748, la chiesa fu costruita negli anni successivi per conto dell’antica ed estesa Confraternita dell’Assunta, come sede più qualificata, in sostituzione dell’antica e modesta chiesa osta di fianco al convento dei Carmelitani (attuale residenza municipale) ed oggi aperta come passaggio urbano, il cosiddetto “Voltone”.

L’edificio è a pianta centrale, coronato da un armonico tiburio ottagonale con lanterna alla sommità ed ha affiancato uno svelto campanile. Il fronte della chiesa, a due ordini raccordati da larghe volute, presenta tre porte, un’ampia finestra e un timpano triangolare vivacizzato da croce e vasi fiammati. I volumi, serrati ma chiari, creano un gioco di composta dinamicità barocca.

L’interno offre un largo respiro spaziale grazie alla vasta calotta semisferica della cupola poggiante su larghi piloni angolari, traforati da porte e coretti ingentiliti da stucchi del più puro “barocchetto” bolognese, proprio del migliore Torreggiani. I due altari laterali sono già improntati al gusto classico: quello di sinistra, del 1784, con sculture di L. Acquisti, è opera elegante dell’architetto medicinese Francesco Saverio Fabri, eseguita prima della definitiva partenza per il Portogallo.

Decisamente neoclassico è l’altare di destra, così come l’aggiunta ottocentesca dell’abside, che ospita la nicchia del Crocifisso con angeli di Massimiliano Putti, e soprattutto le due statue dei profeti Davide (con la cetra) e Isaia (con la sega) realizzate da Bernardo Bernardi. E’ infine da segnalare l’immagine in cartapesta del crocifisso, ricordata come opera della seconda metà del Cinquecento, di classica e composta drammaticità, oggetto di grande venerazione da parte dei medicinesi dei secoli passati; ancora oggi però, il venerdì santo, l’immagine è portata in solenne processione.